mercoledì 16 marzo 2016

Gli arresti tra San cipirello e San Giuseppe jato

Blitz dei carabinieri all’alba tra Palermo e provincia: in manette 62 presunti affiliati a Cosa nostra. Ad eseguire gli arresti i carabinieri del Ros e del Gruppo di Monreale in esecuzione a due distinte ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip del Tribunale di Palermo, Guglielmo Ferdinando Nicastro e su richiesta della locale Procura Distrettuale diretta dal Francesco Lo Voi.

Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento ed incendio, ricettazione, favoreggiamento, trasferimento fraudolento di valori e reati in materia di armi, tutti aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa. Contestualmente sono stati posti sotto sequestro beni, imprese e società riconducibili in parte all’associazione mafiosa ed in parte ai singoli indagati.
L’operazione è frutto di due parallele manovre investigative sviluppate nel tempo nei mandamenti di Villagrazia - Santa Maria di Gesù e di San Giuseppe Jato. Due territori entrati in contatto in occasione della riorganizzazione del territorio jatino e di Altofonte, che dipenderebbe da San Giuseppe Jato e San Cipirello.
E qui, dopo gli arresti dell’aprile 2013 durante l’operazione “Nuovo mandamento”, sarebbe scoppiata una faida fra due clan rivali: il prima guidato dall’ottantunenne Gregorio Agrigento, detto “Riolo”, di San Cipirello e l’altra capeggiata da Giovanni Di Lorenzo, detto “Giuvanni a morte”, operaio edile pregiudicato che avrebbe preso in carico la gestione degli interessi di Salvatore Mulè, che sta scontando diciannove anni di carcere al 41 bis.
Al fianco di Agrigento emergono le figure del sorvegliato speciale Ignazio Bruno e di Antonino Alamia, il barbiere già arrestato nel corso dell’operazione Perseo e poi scarcerato per una vizio di ferma nelle intercettazioni che lo incriminavano.
Le tensioni fra i due gruppi malavitosi si manifestano a colpi di intimidazioni: in pochi mesi se ne contano otto, tutte messe a segno a persone vicine a Mulè. Di Lorenzo decide così di armarsi per fronteggiare la fazione avversaria e mette in atto una serie di atti intimidatori:

Nella notte fra il 18 e il 19 gennaio 2014 vengono uccisi i bovini dell'allevamento di Giovanni Longo, un allevatore finito in carcere, accusato di avere trattenuto una somma di denaro destinata ad aiutare la famiglia di Mulè. Il 31 gennaio in una stalla di proprietà di Giuseppe Buscemi Tartarone i carabinieri trovano due pistole calibro 7.65, un fucile a canne mozze, munizioni e passamontagna. Le armi erano tutte perfettamente funzionanti, pronte all’uso e con il colpo in canna.
Privato del proprio arsenale, Di Lorenzo si rifornisce di nuove armi acquistandole da un imprenditore edile di Monreale, Antonino Giorlando, e da Vincenzo Ferrara di San Cipirello.
Una volta in possesso delle armi, piuttosto che la guerra, si avvia una mediazione per una “pax” tra le due fazioni. Sono due gli incontri pacificatori: il 23 febbraio e il 9 marzo del 2014. Vi prendono parte Ignazio Bruno, Antonino Alamia, Giuseppe D'Anna, Giovanni Di Lorenzo e l'imprenditore Vincenzo Licari. Viene sancita la pax mafiosa. L’incontro è però intercettato dai militari che ascoltano le conversazioni dei convenuti.

“Si vis pacem para bellum”,dicevano i latini. La pensa così anche Di Lorenzo, che nonostante la “paciata”, continua la sua ricerca di armi:

nel novembre del 2014 viene arrestato perché trovato in possesso di una pistola replica a salve, modello 92 Beretta, modificata e perfettamente funzionante. Viene fermato anche un altro uomo, il palermitano Raffele Bisiccè di Bonagia. Dentro la sua abitazione vengono trovate numerose munizioni.

I nomi degli arrestati tra San Giuseppe Jato e San Cipirello:

CUSTODIA IN CARCERE
1. AGRIGENTO Gregorio, nato a San Cipirello (PA) in data 08.02.35, ivi residente in via Sanfilippo nr.66, indagato per associazione mafiosa e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso;
2. ALAMIA Antonino, nato a San Giuseppe Jato (PA) il 19.02.64, residente a San Cipirello (PA) in via Crimaudo nr.65, indagato per associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso;
3. BRUNO Ignazio, nato a San Giuseppe Jato (PA) il 21.11.1973, ivi residente in via Jato nr.24, indagato per associazione mafiosa e violazione della sorveglianza speciale di p.s.;
4. D’ANNA Giuseppe, nato a Palermo il 12.03.82, residente a San Giuseppe Jato (PA) in via Grotte nr.20, indagato per associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, incendio aggravati dal metodo mafioso e ricettazione, in atto agli arresti domiciliari;
5. DENARO DI LIBERTO Sergio, nato a San Giuseppe Jato (PA) il 12.03.74, ivi residente in via Grotte nr.32, indagato per associazione mafiosa e danneggiamento aggravato dal metodo mafioso;
6. DI LORENZO Giovanni, nato a San Giuseppe Jato (PA) il 23.09.61, ivi residente in via degli Ulivi nr. 69, indagato per associazione mafiosa, danneggiamento aggravato dal metodo mafioso, detenzione e porto illegale di armi, in atto agli arresti domiciliari;
7. LA BARBERA Umberto, nato a Partinico (PA) il 23.05.84, residente a San Giuseppe Jato (PA) in via Puleion nr.5, indagato per danneggiamento aggravato dal metodo mafioso;
8. LICARI Giovanni Battista, nato a Palermo in data 11.12.78, residente a San Giuseppe Jato (PA) in via Mazzini nr.29, indagato per associazione mafiosa;
9. LICARI Tommaso, nato a Palermo il 17.04.83, residente a San Giuseppe Jato (PA) in via Mazzini nr.29, indagato per associazione mafiosa, detenzione e porto illegale di armi;
10. LO BIONDO Domenico, nato a San Cipirello (PA) il 22.10.61, ivi residente in via Migliore nr.14, indagato per danneggiamento aggravato dal metodo mafioso, detenzione e porto illegale di arma;
11. PRENDI Erjon, nato in Albania il 27.11.1989 e residente in San Cipirello (PA) via Roma nr.144, indagato per favoreggiamento aggravato dal metodo mafioso;
12. SPINA Girolamo, nato a San Cipirello (PA) il 14.07.66, ivi residente in via Stazzone nr.19, indagato per associazione mafiosa;
13. TARTARONE BUSCEMI Giuseppe, nato a San Giuseppe Jato (PA) il 03.02.58, ivi residente in via Trappeto nr.12, indagato per associazione mafiosa e danneggiamento aggravato dal metodo mafioso, in atto agli arresti domiciliari;
ARRESTI DOMICILIARI
14. FERRARA Vincenzo, nato a San Cipirello (PA) il 18.02.75, ivi residente in via Lombardo nr.70, presso CC.PP., indagato detenzione illegale di armi;

SEQUESTRI:

Due locali di proprietà di  Antonino Alamia, adibiti a salone da barba e centro estetico, all’interno dei quali venivano realizzati incontri di cosa nostra

Fonte: www.vallejato.it

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