Buco nero nella galassia NGC 1068 fotografato da Chandra - Foto: Nasa
I buchi neri sono già piuttosto misteriosi, ma gli astronomi li hanno ormai decifrati: sono aree dello spazio in cui si concentra una massa enorme e dove la forza di gravità è così intensa che neppure la luce riesce a fuggire. Anche se non possono essere visti direttamente, sono individuabili rilevando l’effetto gravitazionale che esercitano sugli oggetti vicini.
Sparano materia
I buchi bianchi sono invece gemelli speculari dei buchi neri, previsti dalle teorie ma mai avvistati né direttamente né indirettamente. Se i buchi neri attirano tutto ciò che c’è intorno, inghiottendolo in un pozzo insondabile, i buchi bianchi emetterebbero invece materia ma nulla potrebbe entrarvi. Inoltre, in essi il tempo scorrerebbe al contrario. La “prima apparizione” dei buchi bianchi nella fisica teorica fu intorno agli anni Trenta del XX secolo: studiando le possibili soluzioni delle equazioni della Relatività generale di Einstein, i calcoli mostravano la possibilità che i wormhole (specie di “ponti” che collegherebbero luoghi distanti dello spazio-tempo, anch’essi teorici) terminassero da un lato con un buco nero e dall’altro con un buco bianco.
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