domenica 23 marzo 2014

Roma, video hard alle medie diffuso via WhatsApp, è polemica. Alla "Mazzini" arriva lo psicologo







Parleranno tutti con lo psicologo gli alunni della scuola media Mazzini, in via delle Carine, zona Colosseo, dove da giorni circola un video hard realizzato da una liceale minorenne e inviato, tramite WhatsApp, alla cuginetta di 12 anni, che frequenta la scuola media e che ha condiviso il filmato con i compagni di classe. La dodicenne è già stata ascoltata dallo psicologo dello sportello scolastico, mentre gli altri compagni lo incontreranno nelle prossime settimane.

«Abbiamo deciso di non provare a nascondere quello che è successo - spiega la preside Ester Rizzo - ma di affrontare l'argomento a viso aperto. Per questo avvieremo un percorso che coinvolga anche insegnanti e genitori». Martedì prossimo è fissata una riunione con le famiglie, mentre il giorno prima l'argomento verrà discusso nel consiglio d'istituto. «In questa scuola - spiega la presidente dell'organismo, Isabella Rozza - i telefonini erano già vietati da diversi anni. Evidentemente però servono anche altre regole. Per questo rivedremo il regolamento interno dell'istituto».

L'associazione presidi di Roma intanto lancia un allarme per la mancanza di educazione sessuale nelle scuole romane. «Non si può delegare tutto alla famiglia», dice Mario Rusconi, a capo dell'organizzazione dei dirigenti scolastici. «Purtroppo viviamo in un periodo in cui la sessualità viene continuamente distorta da tv, internet e pubblicità. Per questo nelle scuole c'è bisogno di quella che l'Unesco definisce come alfabetizzazione emotiva. Qualche tempo fa ho sentito con le mie orecchie una bambina di 10 anni dire: Pur di fare l'amore con questo ragazzo mi prenderei anche l'Aids. È ovvio che c'è un problema grave che va affrontato subito». Secondo l'AssoPresidi la via da seguire non è quella dei divieti dei cellulari, «perché a questa età rischia di avere effetti controproducenti».

Servirebbe invece una vera e propria «educazione alla tecnologia, parlando delle potenzialità ma anche dei rischi di internet e dei cellulari di ultima generazione. Poi bisogna unire questo discorso a una seria educazione alla sessualità, che oggi in molte scuole viene effettuata in maniera assolutamente superficiale e sostanzialmente inutile».

I GENITORI
Preoccupati anche i genitori. Maria Rita Munizzi, presidente del Moige, punta l'indice contro «lo scarso controllo sulle tecnologie dei nostri figli da parte delle scuole». Secondo il movimento genitori quanto accaduto alla media Mazzini «sconcerta e preoccupa per il futuro dei nostri figli. Ricevere un video hard sul proprio cellulare e condividerlo tramite WhatsApp con i compagni di classe è una bravata che si è trasformata in un trauma per i minori coinvolti. Sappiamo che la scuola già vietava l'uso dei telefonini, ma vanno proibiti non solo in classe, ma durante tutto il tempo scolastico».

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