Al via venerdì mattina la manifestazione "Primavera a Monte Jato". Anche quest'anno per festeggiare il 25 aprile i Comuni di San Giuseppe Jato e San Cipirello organizzano la tradizionale visita agli scavi archeologici.
La partenza è prevista alle ore 9 da piazza Falcone e Borsellino a San Giuseppe Jato. Per raggiungere gli scavi archeologici si percorrerà il sentiero del "Camposanto vecchio", che parte dalla chiesa della Madonna del Carmelo e, attraverso una vecchia mulattiera, raggiunge il versante ovest dell'area archeologica. A guidare gli escursionisti fino in cima sarà la sezione palermitana del Club alpino italiano. La discesa avverrà alle ore 12 lungo il sentiero dei "Militi" che conduce a San Cipirello, dove si terrà una degustazione di prodotti tipici offerta dall'Assessorato regionale alle Risorse Agricole ed Alimentari.
n.b. nelle prossime ore ci saranno altri aggiornamenti sul programma che prevede una mostra mercato, una raccolta libri per la biblioteca jatina e la visita dei musei.
IL PARCO ARCHEOLOGICO
Il cammino attraverso l'archeologia e la natura parte ovviamente dal parco archeologico di Monte Jato, dove sono tornati alla luce i monumenti dell'antica città . Un sito abitato ininterrottamente per oltre duemila anni, dove il tempo sembra essersi fermato a quel fatidico 1246, data in cui Federico II diede l'ordine di espugnare la città , divenuta ormai l'ultima roccaforte musulmana.
Situato sulla vetta del Monte Jato, a 852 metri sul livello del mare, l'insediamento urbanistico rappresentava una delle fortificazioni più sicure dell'isola. I pendii rocciosi e scoscesi, che si trovano ai tre lati della montagna, lasciavano -infatti- una sola via d'accesso, difesa ovviamente da mura.
I SENTIERI STORICO - NATURALISTICI
Ma il viaggio è solo all'inizio. C'è ancora tanto da vedere nella Valle dello Jato. Agli amanti delle passeggiate in natura consigliamo un' escursione lungo i sentieri storico naturalistici. Si potranno così visitare le antiche masserie Procura, Chiusa e Cannavera. Il Mulino del Principe, situato a fondovalle, lungo il fiume Jato. La Grotta Mirabella, dove si trovano i dipinti preistorici, raggiungibile attraverso una vecchia mulattiera. Lungo i percorsi, costeggiati da prateria d'ampelodesma, si potrà sentire l'odore di menta della Nepeta e il canto melodico della Cinciallegra. Durante le escursioni non è raro che il cielo offra ai visitatori il suggestivo spettacolo del Gheppio che, con la tecnica dello "Spirito santo", cattura insetti e lucertole. Alzando più in alto lo sguardo si potranno osservare anche gli eleganti volteggi delle Poiane. Perchè, oltre alla storia, anche la natura offre spettacolo nella Valle dello Jato. Per molti visitatori sarà quindi l'occasione per riprendere un cammino intrapreso negli anni scorsi, per altri sarà l'inizio di un nuovo viaggio. Per tutti, sicuramente, ci sarà il piacere di trascorrere un'indimenticabile giornata nei paesi della Valle dello Jato. (© Riproduzione riservata)
LA VALLE DELLO JATO: UN VIAGGIO FRA NATURA ED ARCHEOLOGIA
di Leandro Salvia
Le pitture rupestri di Grotta Mirabella, il teatro greco di Iaitas, i blocchi di travertino di contrada Chiusa, i lembi di antichi boschi di quercia dove è possibile ascoltare il canto dell'Usignolo. Sono solo alcuni esempi dei tanti tesori custoditi nella Valle dello Jato. Uno scenario suggestivo, dove la cultura e la natura si incontrano per raccontare la storia delle genti che da millenni popolano questo territorio. Ogni anno, in occasione della "Festa della Liberazione", le amministrazioni comunali rinnovano l'invito al viaggio attraverso le bellezze dei propri territori.
IL PARCO ARCHEOLOGICO
Il cammino attraverso l'archeologia e la natura parte ovviamente dal parco archeologico di Monte Jato, dove sono tornati alla luce i monumenti dell'antica città . Un sito abitato ininterrottamente per oltre duemila anni, dove il tempo sembra essersi fermato a quel fatidico 1246, data in cui Federico II diede l'ordine di espugnare la città , divenuta ormai l'ultima roccaforte musulmana.
Situato sulla vetta del Monte Jato, a 852 metri sul livello del mare, l'insediamento urbanistico rappresentava una delle fortificazioni più sicure dell'isola. I pendii rocciosi e scoscesi, che si trovano ai tre lati della montagna, lasciavano -infatti- una sola via d'accesso, difesa ovviamente da mura.
Questa sua particolare posizione geografica, da cui si sovrasta l'intera Valle dello Jato ed il Golfo di Castellammare, spinse -in epoche diverse- Elimi, Greci, Romani ed Arabi a scegliere il sito per il proprio insediamento. L'accesso al Parco archeologico è possibile attraverso dei suggestivi sentieri naturalistici che si snodano lungo i pendii del monte. Giunti all'ingresso dell'antica Jato, nel versante orientale, ci si trova dinanzi l'agorà : l'antica piazza, sede di assemblee e cuore politico, sociale e commerciale della polis. Pavimentata con lastre di arenaria, possedeva due portici colonnati a nord e ad est, ed ospitava il bouleuterion, la sala semicircolare dove si riuniva il consiglio dei cittadini. A pochi metri troviamo invece il teatro greco, capace di ospitare 4400 spettatori e costruito sul modello ateniese del teatro di Dioniso. A pochi metri, la casa a peristilio, una delle più antiche e grandi dimore del mondo greco-romano fin'ora ritrovate. Questi monumenti, tutti di periodo ellenistico, testimoniano il momento più¹ florido per la città , merito di una colonizzazione pacifica e di carattere culturale. Di epoca precedente - 550 a.C. - è invece il tempio che sorge nel versante occidentale della città , dedicato ad Afrodite, dea della bellezza e dell'amore.
LA STORIA DI JATO
Il più antico insediamento fin'ora documentato risale al primo millennio a.C. I primi contatti col mondo greco si ebbero -invece- nel VII sec a.C., come testimoniato da alcuni frammenti di ceramica protocorinzia. Nel 300 a.C. - la città, nel frattempo denominata Iaitas, venne ridisegnata secondo il modello urbanistico-architettonico greco. Cadde, in seguito, nelle mani dei Cartaginesi che furono però scacciati dagli Ietini, durante la prima guerra punica (264-241 a.C.). Jato, consegnatasi spontaneamente ai Romani, ne divenne -quindi- tributaria. Durante il successivo periodo bizantino, la città ormai in decadimento, venne invasa, nel 440 d.C., dai Vandali. A darle nuovo splendore furono invece gli Arabi giunti dal vicino Maghreb. Gli stessi Saraceni, quando i Normanni conquistarono la Sicilia, trasformarono l'insediamento nell'ultimo baluardo della rivolta contro la dominazione normanno-sveva. Per sedare i ribelli, l'imperatore Federico II fece radere al suolo la città e trasferì i superstiti a Lucera di Puglia.
Il più antico insediamento fin'ora documentato risale al primo millennio a.C. I primi contatti col mondo greco si ebbero -invece- nel VII sec a.C., come testimoniato da alcuni frammenti di ceramica protocorinzia. Nel 300 a.C. - la città, nel frattempo denominata Iaitas, venne ridisegnata secondo il modello urbanistico-architettonico greco. Cadde, in seguito, nelle mani dei Cartaginesi che furono però scacciati dagli Ietini, durante la prima guerra punica (264-241 a.C.). Jato, consegnatasi spontaneamente ai Romani, ne divenne -quindi- tributaria. Durante il successivo periodo bizantino, la città ormai in decadimento, venne invasa, nel 440 d.C., dai Vandali. A darle nuovo splendore furono invece gli Arabi giunti dal vicino Maghreb. Gli stessi Saraceni, quando i Normanni conquistarono la Sicilia, trasformarono l'insediamento nell'ultimo baluardo della rivolta contro la dominazione normanno-sveva. Per sedare i ribelli, l'imperatore Federico II fece radere al suolo la città e trasferì i superstiti a Lucera di Puglia.
Oggi le bellezze dell'antica Jato sono tornate a splendere grazie al lavoro della Missione Archeologica di Zurigo che, dal 1971, conduce regolari campagne di scavi. I reperti più importanti sono esposti all'antiquarium delle Case d'Alia, all'ingresso del Parco archeologico, dove i visitatori avranno la possibilità di apprezzare, fra gli altri tesori, le splendide cariatidi, divenute simbolo ed orgoglio del territorio.
I SENTIERI STORICO - NATURALISTICI
Ma il viaggio è solo all'inizio. C'è ancora tanto da vedere nella Valle dello Jato. Agli amanti delle passeggiate in natura consigliamo un' escursione lungo i sentieri storico naturalistici. Si potranno così visitare le antiche masserie Procura, Chiusa e Cannavera. Il Mulino del Principe, situato a fondovalle, lungo il fiume Jato. La Grotta Mirabella, dove si trovano i dipinti preistorici, raggiungibile attraverso una vecchia mulattiera. Lungo i percorsi, costeggiati da prateria d'ampelodesma, si potrà sentire l'odore di menta della Nepeta e il canto melodico della Cinciallegra. Durante le escursioni non è raro che il cielo offra ai visitatori il suggestivo spettacolo del Gheppio che, con la tecnica dello "Spirito santo", cattura insetti e lucertole. Alzando più in alto lo sguardo si potranno osservare anche gli eleganti volteggi delle Poiane. Perchè, oltre alla storia, anche la natura offre spettacolo nella Valle dello Jato. Per molti visitatori sarà quindi l'occasione per riprendere un cammino intrapreso negli anni scorsi, per altri sarà l'inizio di un nuovo viaggio. Per tutti, sicuramente, ci sarà il piacere di trascorrere un'indimenticabile giornata nei paesi della Valle dello Jato. (© Riproduzione riservata)
FONTE : VALLEJATO.IT
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