SAN GIUSEPPE JATO. All'indomani del ritrovamento di ossa umane in contrada Giambascio, proseguono le indagini dei carabinieri della compagnia di Monreale coordinati dal sostituto procuratore Gianluca De Leo. Anche ieri è stato sentito il trentanovenne di San Giuseppe Jato, Salvatore Maniscalco, marito di Concetta Conigliaro, la ventisettenne scomparsa due mesi fa.
E' lui finora il principale indiziato di omicidio e occultamento di cadavere. L'ipotesi finora più accreditata dagli inquirenti è, infatti, che la donna possa essere stata uccisa ed il corpo dato alle fiamme. A difendere il trentanovenne è da ieri mattina l'avvocato Salvatore Ferrante. Durante gli interrogatori della notte fra sabato e domenica si erano invece dovuti alternare altri due legali: Liborio Maurizio Costanza e Davide Licari. Maniscalco, che ha fornito versioni discordanti, avrebbe però più volte ribadito dinanzi al magistrato di non avere alcuna responsabilità in merito alla morte della moglie. Sarebbe stato lui però a condurre sabato sera i carabinieri sul luogo in cui sono stati ritrovati dei resti umani all'interno di un grosso fusto metallico. Il ritrovamento è avvenuto nei pressi di un magazzino, nelle campagne che costeggiano la strada provinciale San Cipirello-Partinico. Saranno adesso le analisi di laboratorio a chiarire se quei resti appartengono o meno a Concetta. Della donna non si hanno più notizie dallo scorso 9 aprile. Quel giorno la ventisettenne si era rivolta al proprio avvocato, Maria Grazia Messeri, per sporgere una querela contro il marito per presunte lesioni. "Mi aveva contattato nel primo pomeriggio – ricorda il legale -. Piangeva perché aveva subito un'aggressione verbale e fisica da parte del marito e di un vicino di casa".
E non era la prima volta che Concetta denunciava Maniscalco: in passato c'era stato anche una presunta violenza sessuale, consumata nell'ambito di un rapporto di coppia ormai logorato. Il marito aveva a sua volta denunciato la moglie per maltrattamenti. La giovane, cresciuta in una casa famiglia, all'età di 18 anni aveva deciso di sposare Salvatore, con cui ha avuto due figli. "Concetta, che era seguita anche da un consultorio familiare, aveva deciso da tempo di lasciare il marito. Da gennaio erano separati" racconta l'avvocato Messeri. La giovane aveva intrapreso una nuova relazione con un uomo di Castellammare del Golfo, Filippo Barretta. Una storia che, a detta dell'uomo, si sarebbe però consensualmente interrotta a marzo. "Il pregiudizio verso una donna che lascia il marito – ci dice l'avvocato Messeri – ha pesantemente condizionato tutta questa vicenda".
Dopo quel giorno di Concetta si perdono le tracce. Vengono informati i carabinieri che ipotizzano un "allontanamento volontario". Sono tanti gli elementi che, fino a quel momento, lo fanno presupporre. Il 19 aprile i militari ritrovano la borsa di Concetta alla stazione centrale di Palermo. Da allora più nessuna traccia, a parte un giubbotto rosso con dentro delle ossa bruciacchiate rinvenuto il 31 maggio in via Mazzini, davanti l'abitazione di Giovanna Lo Biondo, madre di Concetta. Le analisi avrebbero però escluso che possa trattarsi di resti umani. Ma per la madre quello era il segnala che "Concetta non c'è più". "Sono sensazioni che solo una mamma può capire e che non è facile spiegare a parole. Ho fatto un sogno che era un incubo - ci dice . Io non ho mai creduto all'allontanamento volontario perché sono certa che Concetta non avrebbe mai lasciato i suoi figli". In merito alle pesanti accuse che gravano sul genero, la signora Lo Biondo aggiunge: "Se lui è colpevole dovrà risponderne davanti a Dio".Intanto sotto sequestro sono finiti l'abitazione di Maniscalco, in via Francesco Crispi, e la sua auto: una Volkswagen Polo bianca. Dentro potrebbero esserci tracce utili per fare luce su una vicenda tutt'altro che chiara. Nelle prossime ore sarà chiesta la convalida del fermo, sulla quale dovrà esprimersi il Gip.
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