mercoledì 11 aprile 2018

MISTERI: LA ZONA DEL SILENZIO

Perché il nome “Zona del Silenzio”? Perché in questo deserto le comunicazioni radio ed altre gamme di frequenze vengono letteralmente inghiottite da un vortice di forze elettromagnetiche, che sono anche alla base di un altro strano fenomeno. Nel bel mezzo di questo deserto cadono ogni anni migliaia di micro-meteroriti e satelliti artificiali, attirati non si sa bene da cosa.





A sentire i contadini locali quest’area desertica situata a 150 km a nord della città di Torreon è popolata da spiriti maligni che impediscono da millenni ai suoni di essere ascoltati così come rendono lucertole e serpenti di dimensioni e colori innaturali.

Avvicinarsi è pericoloso ed è meglio restare alla larga. Entrare per verificarlo è impossibile perché la capitale Città del Messico ha dichiarato l’area protetta dal governo federale. Gli unici che hanno possibilità di accedervi sono gli esperti dell’ Istituto di studi sul deserto, ufficialmente titolari dell’aera denominata «Reserva de la Biosfera de Mapimi» che include appunto la “Zona del Silencio”, il cui lavoro resta scientifico tuttavia ignoto ai più.

Fra le voci dei contadini e i dinieghi del governo ciò che spicca sono le iniziative personali come quella dell’ingegnere Harry Augusto de la Pena, docente all’Università Iberoamericana di Torreon, che afferma non solo di conoscere l’impenetrabile segreto ma anche di essere a conoscenza di come la Nasa lo scoprì casualmente. De la Pena afferma di essere riuscito a varcare le delimitazioni portandosi dietro contatori geiger che hanno provato come tutti gli strumenti ad alta e bassa frequenza funzionano poco o male a causa della possibile presenza di un vortice elettronico originato dall’esistenza nel sottosuolo della superficie terrestre di una imponente massa di ferro magnetico.

Tutto sarebbe iniziato nel 1968 quando un missile sperimentale americano – di nome «Athena» – finì fuori rotta andando a cadere nel bel mezzo della «Zona del Silencio». «Athena» scomparve dai radar improvvisamente, come avvenuto ad alcune imbarcazioni in navigazione nel Triangolo delle Bermuda. Le ricerche della Nasa per trovarlo per lunghe settimane furono infruttuose e con l’intento di scoprire cosa fosse avvenuto al vettore una squadra di tecnici si recò fisicamente a cercarlo, perlustrando il terreno a partire dalla zona dell’ultima rilevazione radar.

Fu così che la Nasa si rese conto che nelle leggende contadine qualcosa di vero in fondo c’era perché si trattava di un’area completamente magnetizzata nella quale le onde radio non possono diffondersi e quindi qualsiasi cosa che viene seguita da un radar semplicemente scompare.

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