Salvatore Maniscalco non ha agito da solo. Quantomeno per distruggere e occultare il cadavere della moglie. Nell'inchiesta per l'omicidio di Concetta Conigliaro, la giovane di San Giuseppe Jato scomparsa il 9 aprile scorso e che gli inquirenti ritengono sia stata uccisa dal marito, entrano altre due persone. Sono zio e nipote di Salvatore Maniscalco, Vincenzo e Antonio Caltagirone, 72 anni il primo e 32 il secondo. Sono stati visti entrare e uscire da casa di Salvatore Maniscalco più volte il giorno della scomparsa di Concetta, che poi sarebbe anche quello del suo omicidio. Gli investigatori ritengono che possano essere stati chiamati da Salvatore Maniscalco per aiutarlo a disfarsi del corpo di Concetta che sarebbe stata uccisa a casa dell'ex marito forse a colpi di coltello, se ha un qualche valore la testimonianza della più grande delle figlie della coppia che ha fatto agli investigatori un confuso racconto (riferito ad un film che avrebbe visto in tv insieme al padre e alla madre) in cui mima un accoltellamento aggiungendo: "Poi la mamma gridava e io non guardavo, chiudevo gli occhi, poi li ho riaperti e lei continuava a gridare, poi li ho richiusi e poi la mamma se n'è andata". I Caltagirone sono stati iscritti nel registro degli indagati con le ipotesi di reato di favoreggiamento e occultamento di cadavere.
Ma l'identificazione dei resti di Concetta non è cosa facile. Gli accertamenti compiuti dal medico legale non hanno consentito di fare grossi passi in avanti perché del corpo della ragazza resta poco più di un mucchietto di ossa bruciate dalle quali difficilmente si riuscirà a tirar fuori il Dna. Gli esperti del Ris dei carabinieri di Messina ci proveranno comunque nella speranza che tra i frammenti ossei ce ne sia qualcuno non totalmente bruciato e sul quale sia possibile lavorare per accertare l'identità della vittima. La prossima settimana, nel corso di un accertamento irripetibile, i Ris esamineranno anche alcune macchie che sono risultate positive al luminol nell'appartamento di Salvatore Maniscalco. Potrebbero essere macchie di sangue che qualcuno ha provato a cancellare. Nessuna macchia invece è stata trovata nell'auto di Maniscalco.
Accertamenti fondamentali per incastrare il marito di Concetta che, fino ad ora, tra le righe delle cinque diverse versioni dei fatti fornite nel corso del suo interrogatorio, non ha mai ammesso di avere ucciso Concetta ma solo di averne bruciato il corpo
Ma l'identificazione dei resti di Concetta non è cosa facile. Gli accertamenti compiuti dal medico legale non hanno consentito di fare grossi passi in avanti perché del corpo della ragazza resta poco più di un mucchietto di ossa bruciate dalle quali difficilmente si riuscirà a tirar fuori il Dna. Gli esperti del Ris dei carabinieri di Messina ci proveranno comunque nella speranza che tra i frammenti ossei ce ne sia qualcuno non totalmente bruciato e sul quale sia possibile lavorare per accertare l'identità della vittima. La prossima settimana, nel corso di un accertamento irripetibile, i Ris esamineranno anche alcune macchie che sono risultate positive al luminol nell'appartamento di Salvatore Maniscalco. Potrebbero essere macchie di sangue che qualcuno ha provato a cancellare. Nessuna macchia invece è stata trovata nell'auto di Maniscalco.
Accertamenti fondamentali per incastrare il marito di Concetta che, fino ad ora, tra le righe delle cinque diverse versioni dei fatti fornite nel corso del suo interrogatorio, non ha mai ammesso di avere ucciso Concetta ma solo di averne bruciato il corpo
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