venerdì 18 aprile 2014

Quando il Nilo fluiva nell’antica Palermo

fiume sotterraneo

Più di un fiume sotterraneo scorreva da oriente verso la Sicilia

di Dario Coglitore -
Non tutti sanno che la vecchia città di Palermo (attuale centro storico) era attraversata, fino ad un periodo relativamente recente, da un braccio sotterraneo del Nilo: il fiume “Pipirito”.
A detta di alcuni eruditi dei secoli scorsi, il fiume originava da un giardino inglobato, a seguito all’espansione urbanistica, all’interno della città. Denominato “Transpapyretton” già ai tempi di S. Gregorio Magno, sboccava dopo circa un miglio nel vecchio porto della Cala.
Sembra che il termine Pipirito, in seguito divenuto Papireto, sia dovuto alla crescita spontanea, sulle sue sponde, di Papiri senza nodi a sezione triangolare fiorenti in cima, tipici del Nilo le cui acque a somiglianza del Pipirito crescevano e decrescevano in certe stagioni dell’anno in concomitanza al sorgere all’orizzonte della stella Sirio in Egitto.
La notizia è riportata da G. A. Massa in una sua opera del nel 1709. In essa si fa riferimento ad eruditi scrittori, quali V. Auria, A.Veneziano, C. Ventimiglia ed altri ancora, che ritenevano il fiume un braccio del Nilo. Una lapide marmorea, oggi scompara, ne dava testimonianza.
A conferma, il ritrovamento di alcuni coccodrilli avvenuto sotto il regno di Pietro re di Aragona. Uno di essi si poteva ammirare, fino agli anni settanta, pendente dal tetto di una stanza congiunta alla Chiesa di S. Giovanni La Guilla, nello storico mercato della “Vucciria“. Un altro fu ritrovato in una spelonca sotto la Chiesa di S. Cosimo e Damiano. A seguito delle sue periodiche inondazioni e le numerose paludi che il fiumicello formava, rendendo l’aria insalubre e malsana, fu disseccato nel 1591 ad opera del Pretore D. Andrea Salazzar, essendo Vicerè il Conte di Albadalista.
Il Pipirito non era il solo fiume a scorrere per vie sotterranee fino alla Sicilia. A detta di Plinio, Pausania, Filostrato, Libanio ed altri storici, il fiume Alfeo, traente origine in Arcadia dal Peloponneso, mischiava le sue acque con quelle del Fonte Aretusa che appaiono nel porto di Siracusa. Così Plinio scrive: “Arethusa Fons Syracusanus, in quem redduntur jacta in Alpheum”.
Non pochi studiosi ritengono, infatti, che la fossa del Canale Tunisino si sia originata in tempi non molto antichi, nell’ambito dell’Era quaternaria, tutt’ora in corso, e che molto probabilmente, la Sicilia sia stata anticamente unita al continente africano. Grazie ai radar e alle fotografie satellitari una serie di fiumi sotterranei è stata, infatti, recentemente scoperta sotto il deserto del Sahara, alle frontiere della Libia, Egitto e Sudan.

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