“Non mi do pace: auguro a questa gente di provare a vivere per un giorno solo con il dolore che io mi porto nel cuore da dieci anni, forse solo così capirebbero quanto male sono riusciti a causare”, queste le parole di Piera Maggio, la mamma coraggio che dal 2004 combatte per ritrovare la sua Denise.
“Denise è viva, mia figlia è a questo mondo solo che non sappiamo dove. Quello che chiedo da sempre è che si dica la verità”, aggiunge ancora Piera Maggio.
(Citazioni testuali dal settimanale Giallo – Cairo Editore, n° 23 – 11 giugno 2014)
La fierezza di Piera Maggio non è casuale:
Jessica Pulizzi, sebbene assolta in primo grado, in appello siede ancora sul banco degli imputati. L’accusa è sempre la stessa: alla sorellastra di Denis è imputato il ruolo di mente e braccio nel rapimento della bambina. Adesso, però, non mancano novità rilevanti, e ci sono elementi che potrebbero cambiare la posizione processuale dell’imputata.
Le verità raccontate e ripetute per 10 anni da Jessica Pulizzi, da sua sorella Alice e dalla loro madre, Anna Corona, sembrano essere dissimili rispetto alle prove racchiuse negli incartamenti processuali.
Proprio per le incongruenze rilevate, e nell’ottica di una seria ricostruzione dello scenario del rapimento, l’accusa ha richiesto ed ottenuto una nuova audizione di Alice Pulizzi.
Alice, sorella di Jessica e a sua volta sorellastra di Denise, fu, nell’immediatezza del rapimento, cole i che confermò e rafforzo l’alibi di Jessica. Tuttavia la sua deposizione d non fu senza incongruenze.
La più sconvolgente verità è quella che emerge dal combinato disposto delle intercettazioni e delle risultanze dei tabulati telefonici.
E’ stato mappato il traffico telefonico e sono state registrate tutte le celle telefoniche agganciate dai cellulari degli indiziati, l’esame è stato esteso anche alle ore che precedettero il rapimento di Denis.
Le risultanze delle indagini sul traffico telefonico portano ad una verità discordante da quella esposta della difesa di Jessica Pulizzi.
Quando Denise venne rapita, dov’erano Jessica e Alice Pulizzi e dov’era Anna Corona?
Questa domanda è determinante.
E’ determinante, infatti, la collocazione della principale indiziata nelle ore del rapimento di Denise. Ed è importante capire dove fossero le persone che in linea teorica e ipotetica avrebbero potuto aiutarla.
E’ inequivocabile che la certa determinazione degli spostamenti di Jessica Pulizzi nella giornata del rapimento inciderebbe anche sulla sua posizione processuale.
Procediamo con ordine:
l’accusa ritiene che Jessica Pulizzi abbia ordito e realizzato il rapimento di Denise Pipitone mossa dalla gelosia.
Denise è la figlia di Piera Maggio e di Pietro Pulizzi, all’epoca della nascita della bambina la signora Maggio e il signor Pulizzi erano coniugati con persone diverse, Pietro aveva già due figlie, Jessica e Alice.
Per Jessica il tradimento che il padre aveva inflitto alla madre e la nascita di Denise sarebbero forse stati un’insostenibile onta. Allora le figlie di Pietro Pulizzi avevano 17 anni Jessica e 12 anni Alice.
Jessica, da subito sospettata, è stata “sostenuta” da un alibi “familiare”:
Alice Pulizzi, sin dai primi interrogatori, dichiarò di avere trascorso con la sorella Jessica l’intera giornata del 1° settembre 2004, la giornata in cui Denise venne rapita.
“Sì, il giorno in cui è scomparsa Denise Pipitone io ero con mia sorella, Jessica Pulizzi. Siamo andate prima al laboratorio di analisi cliniche, poi a comperare una giacca, al centro commerciale, e infine a comperare un panino”, questa fu la dichiarazione di Alice Pulizzi (citazione riportata fedelmente dal settimanale Giallo -Cairo Editore, n°21 del 28 Maggio 2014).
Alice si sarebbe variamente contraddetta, tanto da fondare la motivata richiesta di una sua nuova audizione (richiesta accolta dalla Corte di Appello). E, addirittura, il quadro delittuoso risulterebbe più complesso e diverso rispetto a quello sin ora prospettato. Grandi novità verrebbero dall’incartamento relativo alle indagini sui cellulari degli indiziati e dalle intercettazioni ambientali e telefoniche.
Gioacchino Genchi è il super esperto di intercettazioni telefoniche a cui i giudici hanno affidato l’esame del caso. Nella veste formale di consulente informatico il Dottor Genchi ha riportato ai magistrati tutte le conclusioni del suo lavoro di analisi, il settimanale “Giallo” (Cairo Editore- n°23, 11 giugno 2014) riporta le risultanze ultime esposte in aula.
Ecco gli elementi di novità su cui l’accusa chiede che si indaghi ancora:
- tutti i soggetti coinvolti nelle indagini, in primis Jessica Pulizzi avevano a disposizione più utenze telefoniche, cioè più sim cards e molti cellulari. Avevano anche l’ “abitudine” di cambiare con frequenza e costanza le sim. Ciò ha sicuramente limitato e complicato il lavoro di intercettazione, come anche quello di controllo degli spostamenti.
- Anna Corona, la mamma di Jessica, aveva stretti contatti telefonici con una cara amica, Stefania Letterato. Il caso ha voluto che questi contatti si interrompessero bruscamente proprio subito dopo il rapimento di Denis e esattamente quando i telefoni furono posti sotto controllo.
- L’esperto, nell’immediatezza della scomparsa della bambina, quando già seguiva l’esame delle intercettazioni e del traffico telefonico, avrebbe suggerito alla Procura di intercettare anche un’altra utenza telefonica: si trattava di un numero con cui Stefania Letterato era in stretto contatto.
Il settimanale Giallo, nel numero ora disponibile in edicola, rivela che quel numero apparteneva ad un alto esponente delle forze di polizia di Mazara del Vallo. Genchi suggerì l’intercettazione su quel numero telefonico senza sapere chi fosse il titolare dell’utenza.
- Ma c’è di più, la signora Letterato all’epoca solo amica del suddetto funzionario (di cui Giallo fa il nome) ne è poi diventata la moglie.
- Il cellulare della Letterato rimase inattivo dal giorno in cui iniziarono le intercettazioni ma ricominciò ad essere usato nel momento stesso in cui l’autorizzazione ad intercettarlo decadde.
- Il telefono cellulare di Anna Corona alle 7:00 del mattino del 1° Settembre 2004, giorno della scomparsa di Denise, fu agganciato da alcune celle nella zona tra Alcamo e Trappeto, ciò indica che evidentemente la donna si muoveva in direzione di Palermo. Ma questo basta a contraddire la ricostruzione della giornata fatta dalla signora Corona e dalle sue figlie?
A questi dubbi si aggiunge l’intercettazione ambientale dell’11 settembre 2004 in cui Jessica avrebbe detto alla madre: “quando ero con alice gliel’ho portata a casa” (traduzione letterale)
Clicca qui per approfondimenti:
Ecco com’è stata rapita e nascosta Denise
E si somma anche una recente scoperta scioccante: i Carabinieri, che erano alla ricerca di pietro Pulizzi, recandosi a casa di Anna Corona furono condotti dalla donna non nel suo appartamento ma nella casa di una vicina e dalla donna stessa furono, però, indotti a credere di stare esaminando l’appartamento della Corona e delle sue figlie.
Ha un peso enorme la dichiarazione di Genchi letteralmente riportata dal settimanale Giallo, l’esperto dichiara: “Sono convinto che l’80% della non riuscita del ritrovamento di Denise sia dovuto ai contatti avvenuti tra Anna Corona e Stefania Letterato”.
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